KATSUTO

RAUBDRUCKERIN: le t-shirt stampate dai tombini delle città

RAUBDRUCKERIN, un modo originale di stampare le t-shirt

Raubdruckerin utilizza un modo originale e sostenibile per stampare t-shirt, felpe e borse. Come? Utilizzando il design dei tombini e delle grate, presenti nelle varie città. Calpestati e spesso ignorati, vengono indossati e ammirati tramite questo progetto nato nel 2006.

Il procedimento di stampa è relativamente semplice. Una volta trovato un tombino “interessante” dal punto di vista del design, viene cosparso, con l’aiuto di un rullo, con inchiostro cercando di cogliere ogni dettaglio. Fatto ciò si preme sopra una t-shirt o una borsa e… la stampa è pronta!

Come è nato RAUBDRUCKERIN

L’idea è venuta per la prima volta a Emma-France Raff, nel 2006. In quel periodo viveva in Portogallo e, insieme al padre pittore, iniziarono i primi esperimenti. Inizialmente il progetto prese il nome di “estampatampa” e presentarono le loro prime creazioni al Festival “Musicas do Mundo” nella città di Sines.

RAUBDRUCKERIN: LE T-SHIRT STAMPATE DAI TOMBINI DELLE CITTÀ sines 2006 shirts
Le prime opere di raubdruckerins al “Festival do Musicas de Mundo” Sines | 
Portogallo 2006

Due anni dopo, Emma, ritorna a Berlino e approfondisce il progetto ispirandosi ai tombini presenti nella capitale tedesca.

Stampa all’aperto

A differenza della classica stampa realizzata in azienda, al chiuso, RAUBDRUCKERIN stampa tutti i suoi pezzi all’aperto. Questo comporta ad avere casuali spettatori che possono ammirare il processo di creazione e, volendo, anche interagire con consigli, punti di vista o semplicemente facendo quattro chiacchere con lo stampatore. Inoltre, questa scelta così voluta di stampare all’aperto, è soggetta alle stagioni e quindi alle condizioni atmosferiche che, si contrappone prepotentemente alla produzione di massa.

STAMPA T-SHIRT RAUBDRUCKERIN AD AMANTEA, CALABRIA
STAMPA T-SHIRT RAUBDRUCKERIN AD AMANTEA, CALABRIA

Processo di stampa e sostenibilità

Questa tecnica di stampa, che potremmo definire street printing, è completamente manuale. Non ha bisogno di stampanti o quadri serigrafici, quindi nessun utilizzo di elettricità o di altri materiali di consumo. Si utilizza solo un rullo, l’inchiostro e… olio di gomito. Tutto qui. Gli inchiostri utilizzati sono a base acqua e 100% petrol-free. Tutti i prodotti stampati sono realizzati in cotone biologico certificato e le felpe hanno una certa parte di poliestere riciclato e sono equo-solidali. In più ogni stampa viene realizzata in edizione limitata, proprio perchè contrari alla produzione di massa.

Stampa in edizione limitata a Barcellona

I luoghi di stampa

Avendo sede a Berlino, dove è presente anche uno showroom, è qui che viene realizzata la maggior parte delle opere. Ma l’obiettivo è quello di scovare nuovi luoghi e nuovi tombini da stampare. Dopo avere fatto un grande tour nelle città europee, tra cui Amsterdam, Parigi e anche Roma, dove sono stati realizzati vari pezzi, la volontà e quella di spingersi ancora più in là, si pensa in Giappone dove, a quanto pare, i tombini sono molto particolari e stimolanti per questo tipo di attività. Speriamo dopo la pandemia di poter vedere queste attesissime opere Made in Japan.

RAUBDRUCKERIN: LE T-SHIRT STAMPATE DAI TOMBINI DELLE CITTÀ amsterdam 1
Stampa ad Amsterdam
Atene
RAUBDRUCKERIN: LE T-SHIRT STAMPATE DAI TOMBINI DELLE CITTÀ BARCELLONA
Stampa a Barcellona
RAUBDRUCKERIN: LE T-SHIRT STAMPATE DAI TOMBINI DELLE CITTÀ copenhagen
Copenaghen
RAUBDRUCKERIN: LE T-SHIRT STAMPATE DAI TOMBINI DELLE CITTÀ paris
Stampa a Parigi
RAUBDRUCKERIN: LE T-SHIRT STAMPATE DAI TOMBINI DELLE CITTÀ Street Printing Lisbon
Street printing a Lisbona
RAUBDRUCKERIN: LE T-SHIRT STAMPATE DAI TOMBINI DELLE CITTÀ roma
Stampa a Roma

Tutti i prodotti stampati possono essere acquistati tramite il loro sito, ma ricordate che sono in edizione limitata. Se invece volete rimanere aggiornati sulle nuove stampe di Raubdruckerin potete seguire la pagina Facebook e Instagram.

Leggi anche:

Le 13 magliette più belle ispirate a “L’Urlo” di Edvard Munch

Simon Berger, l’artista contemporaneo del vetro

Ritratti al cubo (di Rubik), intervista a Giovanni Contardi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto